Presso l’Orto Botanico sono conservati i preziosi erbari ed alcuni strumenti di lavoro di Giorgio Jan e Giovanni Passerini ( entrambi direttori dell’Orto Botanico); inoltre troviamo un antico erbario di piante medicinali del medico botanico G.B. Casapini (1722), l’erbario della contessa Albertina Sanvitale con indicazioni autografe della stessa (1828 – 1830), l’erbario di Luigi Gardoni (1836 – 1878), rappresentato da 269 pacchi che racchiudono una svariatissima miscellanea di specie indigene ed esotiche. Nell’ambito delle collezioni in vivo sono particolarmente significative quelle relative alle piante officinali, alle piante insettivore ed alle piante succulente. Tutte queste collezioni sono state considerevolmente arricchite negli ultimi anni. Inoltre, presso l’Orto botanico continua ad essere propagata la ben nota Violetta di Parma, simbolo della città.
approfondisciAndres (invertebrati): Angelo Andres (1851-1934), importante zoologo, organizzò durante la sua direzione le collezioni presenti nella sede di via Università. Le raccolte provengono da varie parti del mondo comprendenti numerosi esemplari di spugne, cnidari, molluschi ed echinodermi. Andres (vertebrati): La collezione situata nella Galleria della Sistematica, completata da Andres nel 1925, viene creata per mostrare la biodiversità mondiale nell’ambito dei vertebrati. La raccolta è sviluppata in senso evolutivo e comprende mammiferi (dai pinnipedi di grandi dimensioni ai piccoli roditori), uccelli, rettili (sia europei che esotici, fra cui varani e serpenti), un pesce polmonato australiano e lo scheletro di una balenottera fossile. Sono pure presenti una rara collezione di uova e una di nidi d’uccello. Si apre infine la “Sala degli Scheletri” contenente corna e ossa di animali, numerosi scheletri di vertebrati montati in posizionale naturale e crani umani, probabilmente appartenuti a soldati romani morti nel I secolo d.C. vicino a Brescia.
approfondisciL’ampia collezione di Don Ezio Boarini è composta esclusivamente da lepidotteri, che vennero raccolti personalmente dal parroco e richiesti a missionari operanti in altri continenti. La raccolta non ha intenti prettamente scientifici, ma permette ai visitatori di apprezzare sia la grande varietà di questo gruppo animale sia la variabilità individuale. Oltre alle più familiari farfalle (lepidotteri diurni) sono presenti falene (lepidotteri notturni), fra cui è da segnalare la nota “Sfinge testa di morto”, la falena resa celebre dal film “Il silenzio degli innocenti”, e alcune specie di coleotteri.
approfondisciLa raccolta, concepita da Strobel, ma definita nel suo aspetto odierno da Andres, ospita l’intera collezione zoologica eritrea raccolta tra il 1889 e il 1891 da Vittorio Bottego. Essa intende mostrare la grande varietà animale, principalmente di vertebrati, presente all’epoca in Eritrea. Degne di nota sono le magnifiche madrepore, le numerose forme di pesci cartilaginei (squali e razze), l’oritteropo (la versione africana delle formiche) e un esemplare di ratto-talpa nudo. A fianco dei reperti zoologici sono presenti cimeli e oggetti etnografici appartenuti a Bottego; la sala è dominata dall’imponente modello in gesso dello scultore Ettore Ximenes utilizzato per la realizzazione della statua in bronzo dell’esploratore presente di fronte alla stazione ferroviaria di Parma.
approfondisciVasta collezione ottocentesca di vertebrati attuali dei dintorni di Parma; i più rappresentativi sono gli uccelli (quasi 700 esemplari), ma anche roditori e chirotteri. La gran parte di questi ultimi è conservata in liquido. È di estremo interesse notare quante specie oggi siano del tutto scomparse da queste zone, particolarmente pesci e anfibi.
approfondisciLa collezione, dei primi decenni del XX secolo, si presenta come un’interessante raccolta etnografica congolese. Reperiti da Temistocle Ferrante, magistrato del governo belga presso l’allora colonia del Congo, essi sono oggetti di uso quotidiano, attrezzi e armi. Di particolare interesse lame , uncini e catene appartenenti ai macabri riti degli “uomini leopardo”, che per molti anni hanno operato in quelle zone.
approfondisciQuesta piccola collezione, risalente alla seconda metà del XVIII secolo, è quanto rimane delle più ampie collezioni dell’ornitologo di corte Fourcault ed è la più antica. La vetrina ospita 35 uccelli e un mammifero a secco ed alcuni vasi di vetro che contengono piccoli uccelli e mammiferi inseriti con una tecnica rimasta purtroppo segreta.
approfondisciRaccolta di Coleotteri dell’inizio del XX secolo, comprendente circa 4500 esemplari, gran parte dei quali revisionati perché rovinati dal tempo e collocati in nuove scatole entomologiche.
approfondisciRaccolta di Coleotteri, prevalentemente esotici, comprendente 4255 esemplari contenuti in 37 scatole entomologiche parzialmente esposte presso la sede di via Farini.
approfondisciQuesta raccolta di vertebrati fossili della pianura padana venne realizzata dal direttore del museo Strobel, al quale è dedicato un angolo biografico all’entrata delle sale. Si possono ammirare resti fossili di fauna marina, come numerosi delfinidi e balenottere, viventi quando la pianura padana era un grande golfo marino, fra 5 e 3 milioni di anni fa. Dopo il ritiro del mare, sulla terra ora emersa si sono alternate specie dapprima di clima tropicale, come ippopotami e rinoceronti, poi, con le ultime glaciazioni, specie tipiche del clima freddo, quali bisonti, mammuth e cervi giganti. Sulla parete dell’ultima sala sono rappresentati i profili di queste specie con le loro dimensioni reali, per poterne apprezzare le relative proporzioni.
approfondisciUn’insolita collezione di Afidi, raccolti in numerosi boccetti di vetro. Originariamente comprendente 176 boccetti, dai quali nel corso del tempo furono ricavati preparati microscopici da parte di diversi studiosi. Dei preparati originali di Passerini attualmente ne restano solamente 36.
approfondisciLa piccola raccolta del militare parmigiano Emilio Piola è costituita da reperti congolesi soprattutto di natura etnologica: di particolare interesse sono armi, attrezzi agricoli e strumenti musicali a corda. Sono presenti inoltre alcuni reperti di fauna centrafricana: una coppia di okapi, parente delle giraffe (animale della foresta pluviale che ha mantenuto un collo corto), una serie di nettarinie (piccoli uccelli simili ai colibrì) con corpo integro, non impagliato.
approfondisciResti di fauna attuale rinvenuti in siti delle Terramare, tipici insediamenti preistorici della pianura padana. Collezione raccolta da Pellegrino Strobel che fu, infatti, un pioniere nella paletnologia italiana e dello studio delle Terramare, successivamente coadiuvato da Luigi Pigorini, che divenne il maggior esperto italiano di paletnologia e a cui è dedicato il Museo Nazionale Preistorico Etnografico di Roma.
approfondisciRaccolta personale di Annibale Tornielli, valente ornitologo parmigiano, ospitata in un’apposita sala dove è ricostruito il suo studio di naturalista, con un’ampia biblioteca e collezioni di uccelli e altri animali raccolti da lui stesso.
approfondisciQuesta sezione è composta da materiale che deriva da sequestri operati dalla Guardia di Finanza di Genova e qui conservato per ordine giudiziario al fine di impedirne la commercializzazione. Essa comprende madrepore e lamellibranchi, fra cui un’imponente valva di Tridacna sp. .
approfondisciA partire dagli anni '50 del '900 sino ad oggi sono state realizzate numerose riproduzioni tridimensionali in cera dei vasi linfatici di vertebrati, quale risultato di ricerche pionieristiche svolte a Parma dalla Scuola Anatomica di Gaetano Ottaviani e Giacomo Azzali. In particolare, gli studi ultrastutturali di Giacomo Azzali hanno fornito la base per lo sviluppo di una originale modalità di ricostruzione ceroplastica. Secondo questa tecnica, partendo da immagini ottenute al microscopio elettronico a trasmissione di sezioni seriate ultrafini, è possibile allestire un profilo grafico della sezione vasale. Questo è successivamente colorato secondo la disposizione degli elementi endoteliali e trattato come substrato per un procedimento simil-litografico, che utilizza come replicante solido dell'immagine paraffina liquida. Dopo la solidificazione del foglio cerato i vari profili vasali vengono isolati dal resto della cera mediante un bisturi e apposti serialmente uno sopra l'altro, sino a riformare la parete tridimensionale del vaso linfatico studiato.
approfondisciNella sezione ceroplastica spiccano due capolavori attributi alla Scuola fiorentina di Clemente Susini, forse opera di un ceroplasta in gran parte ancora sconosciuto, Andrea Corsi, professore anatomico di ceroplastica a Parma tra il 1776 e il 1820. Si tratta di statue in cera a grandezza naturale, con disposizione orizzontale, conservate entro bacheche in vetro e legno. Un corpo evidenzia parte del sistema arterioso superficiale e profondo in relazione alla masse muscolari, presentando forti analogie con opere di Susini. L’altro mostra la distribuzione del sistema vascolare linfatico e venoso sottocutaneo, il cui fine dettaglio suggerisce l'apporto, in corso di modellazione, di una consulenza anatomica specifica come quella che Paolo Mascagni, grande studioso del sistema linfatico umano, fornì a Susini per molte delle sue opere.
approfondisciL'identificazione della reale struttura e consistenza di questa straordinaria collezione è molto recente e in continuo ampliamento. Sino a pochissimo tempo addietro si riteneva che la Collezione Tenchini consistesse soltanto in una raccolta di oltre 400 teschi umani, di carattere antropologico criminologico - ebefrenici, psicotici, malviventi, individui socialmente pericolosi - raccolti da Lorenzo Tenchini che iniziò a studiare la morfologia della mente dei criminali nel solco delle concezioni frenologiche di Franz Joseph Gall (1758-1828) e Johann Caspar Spurzheim (1776-1832). Tuttavia, recenti ricerche hanno rivelato che a questi crani corrisponde una raccolta di encefali mummificati (attualmente non ancora visibili al pubblico) e almeno una parte di preparati macroscopici disidratati, così detti "a secco".
approfondisciConsiste di preparati macroscopici disidratati (così detti “a secco”) di intere regioni del corpo umano, risalenti alla fine del XIX secolo, comprendenti ossa, muscoli, legamenti, fasce, nervi e vasi, questi ultimi iniettati con masse di diverso colore, soprattutto gesso, per differenziare le vene dalle arterie. Alcuni di questi preparati sono stati riprodotti virtualmente con modellazione informatica 3D e sono navigabili per via immersiva direttamente dal visitatore tramite web su specifici link, indicati sul sito del museo.
approfondisciLa collezione Tenchini è costituita da 37 maschere in cera riproducenti il volto di criminali, preparate alla fine dell’800 dall’anatomico Lorenzo Tenchini che fu seguace delle teorie fisiognomiche e criminologiche di Cesare Lombroso. La collezione è verosimilmente unica poichè a ciascuna maschera corrisponde un cranio, un encefalo e una parte di preparazione anatomica a secco, oltre ad una scheda manoscritta inerente la storia personale e giudiziaria del soggetto studiato. Alcune maschere di Tenchini sono oggi conservate anche presso il Museo Lombroso di Torino.
approfondisciIl nucleo della Sezione Arte nasce in seguito alla realizzazione di una serie di mostre dedicate all’arte contemporanea, un campo indagato attraverso le più recenti metodologie critiche. Il procedere ininterrotto delle acquisizioni ha portato tale sezione ad avere un importante numero di opere (quasi integralmente donate dagli autori stessi e da alcuni dei maggiori galleristi italiani) che documentano il panorama della cultura artistica italiana del secondo dopoguerra: il realismo con Renato Guttuso, l’astrazione con Carla Accardi, Emilio Scanavino, Mario Radice, Nicola Carrino, l’informale di Giuseppe Santomaso e Arnaldo Pomodoro, l’arte povera con Mario Ceroli, fino al concettuale di Alighiero Boetti e i rappresentanti della Transavanguardia come Paladino. Straordinaria la presenza di opere di Mario Sironi e di Lucio Fontana.
approfondisciNella Sezione Media si conservano bozzetti di manifesti pubblicitari e politici, manifesti cinematografici di autori come Ballester, Acerbo, Cesselon, Ciriello, Manno, disegni di satira e fumetto e disegni per illustrazione di autori come Pericoli e Chiappori, quelli del gruppo de "Il Male" (Angese, Giuliano, Perini, Vincino), quelli del gruppo di "La Repubblica" (Bevilacqua, Bucchi, Alain Denis, Eletti, Jezek, Micheli), e poi ancora Galantara e Bisi, oltre agli archivi di Brunetta Mateldi. Da ricordare gli importantissimi archivi di Carboni, Iliprandi, Provinciali, Sepo, Tovaglia e Vitale. Parte di questa sezione è l’Archivio della Moda, costituita da un rilevante numero di pezzi tra cui figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste. Di grande valore sono gli interi fondi dei protagonisti dell’Alta Moda, tra cui: Sorelle Fontana, Emilio Schuberth, Maria Antonelli, Renato Balestra, Clara Centinaro, Antonio Pascali, e del Prêt-à-porter, tra cui: Walter Albini, Irene Galitzine, Albertina, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Krizia, Franco Moschino, Carlo Palazzi, Cinzia Ruggeri, Gianni Versace. Ad essi si aggiungono Rocco Barocco, Nino Caprioglio, Guido Cozzolino, Valentino e Brunetta Mateldi.
approfondisciLa raccolta della Sezione Progetto contiene materiali che documentano le diverse fasi dell’iter progettuale, di architettura e di design, dagli schizzi ai lucidi esecutivi, alle maquettes e agli oggetti. Tra le donazioni più importanti di questa raccolta, che documenta la cultura progettuale italiana del ‘900, vi sono gli archivi di Gio Ponti, Ignazio Gardella, Giuseppe Samonà, Giuseppe De Finetti, Luigi Figini e Gino Pollini, Pier Luigi Nervi, Achille Castiglioni, Mario Bellini.
approfondisciIl primo importante nucleo della Sezione Fotografia venne acquistato dalla Library of Congress di Washington e comprende stampe di immagini di Walker Evans, Dorothea Lange, Ben Shahn, Arthur Rothstein, Jack Delano. Ad esse si aggiungono un consistente numero di apparecchi fotografici antichi e interi archivi di importanti autori italiani: Bruno Stefani, gli Orlandini di Modena, il bolognese Studio Villani e l’archivio della Ditta Vasari di Roma. Questi archivi fotografici, a vocazione industriale e commerciale, contengono immagini databili tra il 1920 e il 1975 di diverse committenze: grandi opere pubbliche, urbanistica, studi di architettura e opere d’arte spesso di collezioni private. Oltre ad essi, si aggiungono gli archivi fotogiornalistici come Publifoto e importanti nuclei che documentano la storia della fotografia nelle Avanguardie, tra cui negativi originali di Man Ray e di Florence Henri. Cresce la sezione con opere di rinomati fotografi italiani che donano una consistente documentazione del loro lavoro; alcuni di essi, tra cui Nino Migliori, Luigi Veronesi e Luigi Ghirri, su invito di Arturo Carlo Quintavalle, collaborarono con l’Università.
approfondisciContiene 100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi. Più specificamente la "Sezione Spettacolo" raccoglie: 778 pellicole cinematografiche formato 35mm 78 pellicole cinematografiche formato 16mm 25 trailers in formato 35mm 5 pellicole cinematografiche formato Pathé Baby (per un totale di 175 titoli di film).
approfondisciComprendono ossa e scheletri naturali o artificiali. L'assemblaggio degli scheletri ha richiesto esperienza e precisione da parte del preparatore, il quale ha conferito agli scheletri posture, statiche o dinamiche, suggerite dalla propria sensibilità.
approfondisciComprendono preparati di parti dell'animale con base scheletrica, muscoli, vasi e nervi. Questi preparati, una volta fissati con tecniche variabili, mantengono nel tempo una determinata posizione e consistenza.
approfondisciGli organi in toto sono stati ottenuti mediante essicazione degli stessi, dopo asportazione dai cadaveri. I calchi di organi sono stati ottenuti iniettando nei sistemi canalicolari degli stessi resine viniliche, che consentono di evidenziare, in particolare, la rete vascolare, arteriosa e venosa, permettendo la creazione di veri e propri "gioielli colorati". Il Museo Anatomico Veterinario possiede una collezione pressoché unica di questi calchi, realizzati negli anni '70-'90 del secolo scorso.
approfondisciLa collezione è composta da vari strumenti e apparecchi originali, molti dei quali ideati e utilizzati da Macedonio Melloni per progettare e condurre i suoi esperimenti pionieristici per lo studio delle leggi della diffusione del calore e della radiazione infrarossa; tra questi un banco ottico originale che il fisico parmigiano aveva ideato e costruito ("banco di Melloni") che da allora è stato universalmente adottato per fare misure ed esperimenti analoghi. Vi sono inoltre una serie di strumenti e componenti accessori del banco stesso, composti da lenti di vario tipo, cubi e solidi di varie forme e colori, galvanometri originali del tempo e termomoltiplicatori. Di particolare interesse anche una serie di piccoli quadri con rare e particolarissime immagini colorate ottenute per termocrosi, la proprietà cioè di varie sostanze di assorbire le radiazioni caloriche in modo selettivo, dipendente dalla frequenza della radiazione, e di colorarsi in modo vario conseguentemente. Tra le curiosità un barometro originale fatto costruire da Melloni, unico esemplare conosciuto.
approfondisciOlivetti Programma 101 La Olivetti Programma 101 è considerata il primo personal computer e fu presentata a New York nel 1965. Riscosse un notevole interesse ed ebbe un buon successo di vendita grazie al costo relativamente basso e al fatto che poteva essere programmata senza l’intervento di tecnici. In pochi anni ne furono venduti 44˙000 esemplari in tutto il mondo, la maggior parte negli Stati Uniti. HP 9100A La HP 9100A seguì fedelmente la strada aperta dalla Olivetti Programma 101 ed ebbe una larga diffusione negli Stati Uniti dal 1968. Venne commercializzata come calcolatrice da scrivania per venire incontro alle esigenze del mercato, come ammesso dallo stesso Bill Hewlett*. Mouse di Engelbart (riproduzione) Nel 1967 Douglas Engelbart ottenne il brevetto per il suo indicatore di posizione X-Y per display, oggetto oggi noto come mouse. Il lancio pubblico del mouse avvenne alla Joint Computer Conference del 1968 a San Francisco in cui Engelbart presentò il suo sistema di telelavoro basato su ipertesti, finestre e mouse.
approfondisciPDP-11/34 Il PDP-11 (Programmed Data Processor, model 11) è una serie di computer con architettura a 16bit realizzata dalla DEC a partire dagli inizi degli anni ‘70. Il progetto originale del PDP-11 era molto flessibile e fu continuamente aggiornato per introdurre le innovazioni tecnologiche più avanzate sfociando in una serie di più di 20 modelli. Caratteristica del PDP-11 era il tentativo di abbattere i costi di produzione mediante l’utilizzo di componenti non critici dal punto di vista dell’assemblaggio. Nonostante questo, però, il costo di un PDP-11 rimaneva molto elevato. Verso l’inizio degli anni ’80 le limitazioni del bus a soli 16bit iniziarono a essere percepiti come un problema, soprattutto per la concorrenza dei primi personal computer. Il successore del PDP-11, il VAX (Virtual Address eXtension), era una macchina a 32bit e superava molte limitazioni del PDP-11 offrendo anche un livello di compatibilità software che permetteva di utilizzare i programmi già disponibili per PDP-11. L’ultimo modello di PDP-11 è il PDP-11/94 e risale al 1990. La DEC continuò a produrre il PDP-11 fino alla chiusura definitiva dell’azienda nel 1998.
approfondisciApple I (riproduzione) Concepito da Steve Wozniak e Steve Jobs, Apple I fu presentato nel 1976 all’Homebrew Computer Club di Palo Alto e fu commercializzato dal luglio 1976 all’agosto 1977 per una produzione complessiva di circa 200 esemplari. Apple I veniva venduto come una singola scheda già assemblata e non, com’era abitudine all’epoca, in scatola di montaggio. Per ottenere un computer funzionante era quindi necessario aggiungere almeno un alimentatore, una tastiera e un video. Spesso veniva anche aggiunta un’interfaccia per l’utilizzo di audiocassette come memoria di massa. Apple IIe Apple II è uno dei primi personal computer di successo prodotti su scala industriale. È stato presentato il 16 aprile 1977 alla West Coast Computer Fair a San Francisco ed è stato messo in commercio il 6 giugno 1977. Il modello più longevo della serie Apple II è il IIe, prodotto fra il 1983 e il 1993.
approfondisciIBM 5150 Realizzato da IBM in aperta reazione all’Apple II, il modello 5150, noto più comunemente come PC IBM, è stato un enorme successo commerciale e si stimano in più di 200˙000 le vendite nel solo primo anno. L’economicità della soluzione e il breve tempo richiesto per la produzione furono dovute alla scelta della cosiddetta architettura aperta, che consentì a IBM di realizzare il proprio personal computer assemblando componenti disponibili sul mercato. Questo, però, portò in breve tempo altre aziende a realizzare computer sostanzialmente identici al 5150, detti compatibili IBM, o cloni, a prezzi ridotti. IBM 5155 Il modello 5155 viene realizzato da IBM in reazione al successo riscosso dal Compaq Portable, tra i primi computer IBM compatibile e molto noto perché delle dimensioni di una valigia.
approfondisciOlivetti M10 Realizzato da Olivetti, dotato di un interprete per il linguaggio BASIC di MicroSoft, e con alimentazione a batteria, M10 può essere considerato il primo personal computer portatile in senso moderno. M10 ebbe un notevole successo e nel 1984 le vendite furono oltre le 24˙000 unità. Macintosh Performa 200 (Classic II) Prodotto da Apple Computers nel 1991, Macintosh Classic II offre funzionalità e prestazioni moderne agli estimatori del primo Macintosh (il modello 128k), prodotto nel 1984. Macintosh Classic II mantiene praticamente inalterato l’aspetto estetico del primo Macintosh. Olivetti M300
approfondisciOlivetti M380-40 Compaq iPAQ H3130 Realizzato da Compaq come evoluzione delle agende elettroniche, iPAQ può essere considerato l’antesignano dei moderni smartphone. Non permetteva una connettività dati, ma mediante apposite espansioni poteva essere collegato alla rete GSM o a una rete WiFi. Benché fosse venduto con il sistema operativo Microsoft Windows Mobile 2000, fu il primo su cui era possibile installare Linux. Era anche disponibile una variante ufficiale di Java detta PersonalJava. iMac G3
approfondisciZX Spectrum Lo ZX Spectrum fu uno degli home computer di maggior successo. Le caratteristiche che attiravano di più erano il prezzo contenuto e la forma compatta, risultati ottenuti concentrando molta dell’elettronica in un solo chip custom. Venne diffuso principalmente in Europa e ne vennero vendute milioni di unità. Commodore 64 Il Commodore 64 fu il computer più venduto al mondo e nel solo 1986 ne furono venduti più di 10 milioni di esemplari. Fu commercializzato fino al 1993 ma è ancora molto diffuso tra gli appassionati. La semplicità d’uso e la facilità di programmazione erano superiori sia ai suoi predecessori (PET e VIC-20) sia agli altri home computer concorrenti. Commodore Amiga 500 è stata molto popolare grazie al costo contenuto e alle capacità multimediali straordinarie per l’epoca. Per almeno quattro anni, fino al 1991, è stata l’home computer di riferimento
approfondisci