Museo e Biblioteca storica museale di Biomedicina "Lorenzo Tenchini"
A partire dal XVII secolo nello Studium Farnesiano compaiono manufatti anatomici ad opera di un "Gabinetto Anatomico e Patologico in Cera". Tra il 1776 e il 1820, il "Gabinetto" fu retto dal Professore Anatomico di Ceroplastica Andrea Corsi, sotto la cui direzione sarebbero stati modellati tre corpi umani a grandezza naturale le cui fattezze ricordano le opere del fiorentino Clemente Susini. Di queste statue rimangono solo due esemplari che furono ritrovati nel 1949. L’attività ceroplastica si interrompe verso la metà del XIX secolo, per poi riprendere alla fine dell’800 con l’anatomico Lorenzo Tenchini, nel segno dell’antropometria costituzionale-forense. La collezione antropologico-criminale a lui intitolata comprende circa 400 crani di malviventi ed emarginati ai quali corrisponde una raccolta di encefali mummificati (non visibili al pubblico) e una parte di preparati a secco di intere regioni del corpo umano. A questi materiali sono associabili 37 riproduzioni in cera (maschere o moulages) del volto dei soggetti su cui Tenchini eseguì gli studi anatomici e schede inerenti la loro storia personale e giudiziaria, conservate presso la sezione storica della Biblioteca Anatomica.
Nella prima metà degli anni ‘20 del XX secolo le collezioni anatomiche vengono raccolte nel Museo di Anatomia Umana Normale, con sede presso l’Ospedale Maggiore di Parma.
A partire dalla metà del ‘900 si sviluppa la nuova ceroplastica anatomica con la quale vengono realizzate numerose riproduzioni tridimensionali in cera dei vasi linfatici di vertebrati ad opera dei professori Gaetano Ottaviani e Giacomo Azzali. Nel 2012, con la riforma dell’Università, viene istituito il Museo Dipartimentale di Scienze Biomediche, Biotecnologiche e Traslazionali (S.Bi.Bi.T), nel quale sono trasferite tutte le collezioni del M.A.F.S. (Museo del Dipartimento di Anatomia Umana, Farmacologia e Scienze Medico-Forensi istituito nel 2006), arricchite da ulteriori reperti collocati presso la sezione di Anatomia Patologica.
Attualmente l’attività del Museo Dipartimentale S.Bi.Bi.T. si estende dalla robotica biomedica, all’organogenesi umana, alle relazioni tra morfologia ed endocrinologia attraverso i secoli, alle tecniche di restauro ceroplastico basate su biomateriali.