Museo di Storia Naturale
L’origine dell’attuale Museo di Storia Naturale risale al Gabinetto di Ornitologia istituito nel 1766 da Padre Fourcault, ornitologo della corte dei Borbone di Parma. Nel 1814, grazie al ripristino dell’Università soppressa durante la dominazione francese, il Museo venne articolato in due sezioni: quella zoologica e quella mineralogica. Sotto la dominazione di Maria Luigia d’Austria, il museo incrementò le proprie collezioni tra le quali quelle di entomologia e ornitologia. Negli anni ’50 dell’Ottocento, in seguito all’importanza acquisita, venne chiamato a ricoprire il ruolo di direttore Pellegrino Strobel. Il naturalista di livello internazionale nel 1891 progettò con criterio evolutivo l’allestimento della collezione zoologica eritrea, raccolta dal capitano esploratore Vittorio Bòttego. L’attuale configurazione del museo si deve ad Angelo Andres che, succeduto a Strobel, apre al pubblico nel 1907 la Sala Bòttego, l’attigua Sala Piola (contenente materiali zoo-etnografici congolesi) e completa nel 1925 la Galleria Sistematica (un’ampia sala che mostra la biodiversità mondiale nell’ambito dei vertebrati). La soppressione della Facoltà di Scienze negli anni ’20 e lo scarso interesse per la ricerca museale comportò un periodo di stasi che durò fino al 1980, quando il museo ottenne autonomia amministrativa e inaugurò la seconda sede del museo in via Farini presso l’Orto Botanico. La nuova sede è composta dalle sale didattiche relative all’evoluzione biologica, all’ecologia urbana, a gruppi di invertebrati e alla fauna del parmense. Trovano inoltre spazio le sale paleontologiche e la raccolta etnografica congolese.