Museo di Paleontologia
Il Museo di Paleontologia trae la sua origine dalla sezione paleontologica del Gabinetto di Storia Naturale, risalente al 1768. Sotto la direzione di Giuseppe Monici, tra il 1840 e il 1847, si costituì il primo nucleo della sezione paleontologica; soprattutto grazie alle donazioni di Maria Luigia furono acquistate le più importanti collezioni, oggi in parte ancora esposte nel Museo: la collezione di pesci fossili dell’Eocene di Bolca, l’ingente collezione di molluschi fossili provenienti dal Plio-Pleistocene parmense e piacentino e la collezione paleontologica di Cortesi composta da resti di vertebrati raccolti nel Plio-Pleistocene piacentino, tra cui un rinoceronte quasi completo (andato distrutto per imballaggio negligente nel viaggio di ritorno dall’esposizione mondiale di Londra del 1862), tre balenottere e due delfini. Nel 1856 fu acquistata l’ultima importante collezione paleontologica di Podestà (un delfino e due balenottere). Sotto la direzione di Pellegrino Strobel iniziò la fase di riordino del materiale della sezione paleontologica del Museo di Storia Naturale. Nel 1874 avvenne la prima divisione del Museo di Storia Naturale in due sezione distinte, zoologica e mineralogica-geologica, quest’ultima a sua volta suddivisa in Museo Geologico e Museo Mineralogico a causa della separazione delle cattedre universitarie. Sotto la direzione di Sergio Venzo (1952-1978) fu cambiato il nome in Museo Paleontologico Parmense e da quel momento il patrimonio è stato incrementato notevolmente.
Dal 2013, con la creazione del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra “Macedonio Melloni”, il museo costituisce la sezione paleontologica del Museo di Fisica e Scienze della Terra avente sede nel Campus Universitario (entrata da via Montanara).
Il museo è inoltre un centro di divulgazione della storia geologica e paleoambientale del territorio emiliano, anche grazie all’allestimento di vetrine didattiche in cui i reperti fossili, prevalentemente locali, spiegano ciò che oggi ci circonda.