Descrizione contenuto
1 opera su tela, 313 opere su carta, 2 bozzetti di gesso, 1 formella in terra cotta, 1 scultura
Storia archivistica
Fondatore dello Spazialismo, dal 1905 vive a Milano, torna in Argentina nel 1921 dove lavora come scultore. Dal 1927 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Membro del gruppo francese Abstraction-Création (Parigi, 1931), nel 1935 aderisce al movimento degli Astrattisti Italiani, nel 1939 si unisce al gruppo milanese di artisti espressionisti Corrente, dedicandosi inoltre all’attività di ceramista. Nel 1946 a Buenos Aires fonda l’Accademia de Altamira e pubblica il Manifiesto Blanco, che segna l'inizio delle sue esperienze “spaziali”. A Milano nel 1947 firma il Primo manifesto dello Spazialismo, seguito da altri tre fino al 1951, esprimendo l'esigenza di far “uscire il quadro dalla sua cornice e la scultura dalla sua campana di vetro”. Nel 1949 avvia il ciclo dei Buchi e negli anni Cinquanta partecipa alle esposizioni del movimento Art Informel: le tele si arricchiscono ora di corposi elementi di colore e frammenti di vetro, dando vita al ciclo delle Pietre, dei Gessi e dei Barocchi. Nel 1958 espone alla Biennale di Venezia Inchiostri e sculture spaziali su gambo; vengono poi concepiti i Tagli, la serie di Quanta e delle Nature. Degli anni Sessanta sono la serie degli Olii, dei Metalli e dei Teatrini. La seconda metà del decennio è segnata dalla tendenza a lacerare le tele tramite segni essenziali (serie delle Ellissi). All’interno delle collezioni dello CSAC è custodito un nutrito gruppo di suoI disegni (313), il Fiocinatore (gesso e oro, 1933-34), Concetto spaziale (1960), due bozzetti in gesso che rappresentano due vittorie (1952) pensate per l'atrio della Università Statale di Milano, una formella senza titolo (Concetto Spaziale) del 1951. Queste opere sono state donate con atto pubblico allo CSAC dalla vedova Teresita Rasini in tre tempi successivi: nel 1977 (Concetto Spaziale), nel 1988 (disegni), nel 1992 (gessi e terracotta). Successivamente è entrato a far parte del fondo Il fiocinatore; inoltre, grazie alla donazione del fondo dell’architetto Zavanella, la collezione si è arricchita con il bozzetto in gesso dell’angelo per la tomba Chinelli (1949).