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Fondo Archivio Bruno Stefani

Estremi cronologici
1925-1960
Consistenza
2032 serie di negativi 24x36 (nei contenitori originali in alluminio), ca. 6.000 stampe b/n e qualche decina a colori, 2250 diacolor
Descrizione contenuto
Le stampe riguardano essenzialmente il paesaggio italiano, sono divise tematicamente e per regioni, con alcune sezioni particolarmente consistenti (città di Milano, agricoltura, industria). Il resto dell’archivio copre tutto l’arco di attività del fotografo.
Storia archivistica
Nato a Forlì nel 1901, lavora come apprendista presso vari studi di Forlì, Vicenza e Bologna e prosegue l’attività fotografica anche durante il servizio militare. Nel 1925 si trasferisce a Milano dove lavora fino al 1934 presso gli studi di Vincenzo Aragozzini e Mario Camuzzi e presso l’Editore Rizzoli, e dove contemporaneamente conduce ricerche proprie (inizialmente in stile pittorialista e successivamente, con il passaggio all’utilizzo della Leica e dunque del formato 35 mm, modernista); frequenta il Circolo fotografico milanese del quale è con altri fondatore. Già nel 1931 inizia la collaborazione con il Touring Club, rapporto che prosegue fino al 1960. Grazie a questa importante committenza, percorre tutta la penisola in auto fotografando città, paesaggi, aspetti folclorici e produttivi delle differenti regioni. Negli anni 1938-40 Stefani si reca in Africa, Grecia e Medio Oriente (Turchia, Egitto), e si spinge a sperimentare il colore e la pellicola diapositiva. Il suo lavoro viene utilizzato anche per la realizzazione di annunci pubblicitari e pubblicazioni monografiche, soprattutto grazie al rapporto instaurato con Antonio Boggeri e, attraverso questi, con i grafici Xanti Schawinsky ed Erberto Carboni. Ottiene anche committenze industriali dirette, da grandi aziende e gruppi come Eni, Edison, Carlo Erba, Agip e Dalmine. Tra il 1955 e il 1956 si stringe anche il suo rapporto con Giò Ponti, che ha come esito anche il lavoro del fotografo per alcuni volumi editi da Domus. Altra importante esperienza è quella tracciata dalla rivista Ferrania, per la quale Stefani realizza anche la copertina del primo numero (1947). Bruno Stefani muore nel 1978, tre anni dopo aver donato il suo intero archivio di negativi e stampe all’Archivio della Fotografia, poi divenuto CSAC. Nel marzo del 2006 un ulteriore nucleo di fotocolor è stato donato al CSAC dal sig. Fusarini Stefani.
Soggetto Produttore
Stefani Bruno (1901/1976)
Condizioni che regolano l’accesso
L'accesso al fondo è differenziato in base allo stato di conservazione e catalogazione. I negativi sono esclusi dalla consultazione diretta.